Cosa aspettarsi da un corso di tango?

Prendere lezioni di tango argentino (collettive o private che siano) deve portare dei frutti, non sempre immediatamente tangibili, tutta via è bene avere le idee chiare: cosa è giusto aspettarsi da un corso di tango?

Buoni insegnanti devono farvi lavorare focalizzando l'attenzione in particolar modo su

1. Equilibrio
2. Postura
3. Per l'uomo: conoscere e saper guidare una discreta quantità di passi ed evoluzioni
3. Per la donna: imparare a lasciarsi guidare ed abbellire i passi proposti con gli "adornos"


Oltre a questi 3 punti fondamentali, è bene che vengano approfonditi

4. Percezione di se stessi nel ballo
5. Percezione del/della partner
6. Percezione della coppia
7. Musica



1. Equilibrio

Entrambi i ballerini devono avere la padronanza del proprio equilibrio, la coscienza del proprio corpo rispetto allo spazio, il riconoscimento e la consapevolezza della propria posizione (la propriocezione, ricordate?).
Sia scegliendo di ballare con un abbraccio aperto che con un abbraccio chiuso, che preferiate uno stile "salón", "nuevo" o "milonguero", la consapevolezza dell'equilibrio del proprio corpo è fondamentale e non deve essere lasciata al caso o alla mercè della forza di gravità.
Tanto importante in fase di stasi, quanto in dinamica, il non gravare con il proprio peso sul partner o sul pavimento vi porterà ad un ballo migliore.
A meno che non sia una scelta ben precisa, nessuno ha piacere di ballare con una persona addosso a mo' di zavorra. Questo limita i movimenti, genera ansia e, se la cosa non è esplicitamente desiderata, da pure fastidio.

Come perfezionare il proprio equilibrio?
Considerare l'equilibrio una dote esclusivamente istintuale è un errore, è una vera e propria abilità e come tale si può migliorare.
L'equilibrio non si impara per magia, per imposizione delle mani da parte dei maestri o per chiacchiere intorno al caminetto.

È opportuno lavorare sodo per ottenere una postura corretta ed una sufficiente e continua azione muscolare.
Al mantenimento dell'equilibrio, statico o dinamico, collaborano le fasce muscolari dell'addome, i glutei, i muscoli delle gambe, dei piedi e la muscolatura della colonna.

Occorre lavorare con costanza attraverso esercizi specifici che permettano di imparare a conoscere il proprio corpo, a percepire quali muscoli entrano in gioco, quanto e quando; occorre imparare ad attivarli e a controllarli, a dosare la giusta forza nel giusto spazio al momento giusto.
È necessario esercitarsi a percepire come i piedi "sentono" il pavimento, a gestire la spinta dei polpacci, delle cosce, dei glutei, a lavorare con gli addominali, i dorsali e le spalle, a dosare e il respiro.

Sono esercizi spesso noiosi e per questo il più delle volte vengono tralasciati durante le lezioni di tango.
Sebbene sia consigliabile dedicare a tali pratiche almeno 5 minuti all’inizio di ogni lezione, capisco bene le esigenze dei maestri: il tempo è poco (soprattutto nelle lezioni private) e questi esercizi possono sembrare lenti e ripetitivi e molti allievi hanno fretta di imparare e vogliono bruciare le tappe.
Diventa importante allora quantomeno mostrare e spiegare di tanto in tanto quali esercizi permettano di migliorare il proprio equilibrio in maniera tale che chi voglia, possa poi eseguirli tranquillamente a casa, dedicando ad essi tutto il tempo che vuole. Anche tutti i giorni.
I miglioramenti saranno notevoli.

Tempo fa è stato pubblicato un articolo sugli esercizi da fare a casa per migliorare nel tango, li trovate qui.

È importante quindi che venga insegnato come sentire il proprio corpo, che, durante un percorso di studi a lungo termine, non vengano trascurati del tutto questi esercizi e che non vengano mostrati solo in qualche sporadico stage di tecnica il cui pagamento è extra rispetto al corso di tango.
Pensate ad una scuderia automobilistica, che senso avrebbe se nessuno si occupasse e preoccupasse della manutenzione delle automobili?



2. Postura

Da un punto di vista "tecnico" la postura è il corretto rapporto tra colonna e bacino e tra questi e gli arti e la testa in una costante ricerca di equilibrio in maniera tale da ottenere il massimo rendimento con il minor dispendio energetico in assenza di dolore.

Da un punto di vista "filosofico" la postura è espressione di un vissuto ereditato, è il modo in cui respiriamo, come stiamo in piedi, come ci relazioniamo rispetto a noi stessi e agli altri tramite il linguaggio del corpo.
Tale linguaggio è immediato e privo di qualsiasi filtro e mistificazione, il che significa che trasmette immediatamente l'idea di chi siamo e di come ci muoviamo.

Impensabile quindi voler ballare bene il tango argentino senza curarsi della postura.

Una buona postura porta un buon equilibrio, non il contrario.
Si può riuscire a trovare un certo equilibrio pur avendo una postura goffa, ballando "storti". Sembra strano, ma c'è chi ci riesce (questo, a mio avviso, denota un certo disordine mentale, ma corro il rischio di addentrarmi in un discorso molto delicato e complesso, sebbene divertente).
Torniamo al nostro tema: una buona postura permette di affaticare minimamente il corpo, di lavorare con il minimo sforzo, permette di fare evoluzioni complicate nella maniera più semplice, dal momento che il movimento avviene in modo fluido e naturale, senza fronzoli e forzature.
Da un punto di vista estetico conferisce ai ballerini (e di conseguenza alla coppia) una maggiore eleganza ed armonia.

C'è chi ha una predisposizione innata all'eleganza dei propri movimenti  e chi deve lavorarci.
Le cause possono essere infinite, ma sicuramente, una buona guida da parte degli insegnanti e un po' di attenzione da parte vostra vi farà certamente migliorare.
Chi balla con una postura più composta ed elegante si nota anche nei passi più semplici.
I ballerini di tango più consumati affermano "È meglio sacrificare il passo che la postura".
Eppure non sono alieni o divinità, sono persone con due braccia, due gambe, un busto e una testa come chiunque altro.
Probabilmente sono stati istruiti a dovere e si sono allenati a ballare mantenendo una postura corretta al punto che ora viene (o sembra) spontanea.

Riprendetevi con il telefonino o una videocamera, resterete sorpresi di quanto il modo in cui vi immaginate ballare e come effettivamente ballate, siano distanti tra loro.
Questo è il primo passo per riflettere e migliorare.

Insegnanti che non correggono posture errate, che "lasciano fare" basta che la figura di oggi venga, che si dedicano solo a far memorizzare mille e mille passi, mi dispiace, non vi stanno insegnando a ballare veramente il tango argentino.



3. Marcare e seguire

Per diventare ballerini di tango, uomini e donne devono compiere un percorso differente per poi incontrarsi alla meta.


Per gli uomini.
Molti maestri e ballerini, argentini e non, inorridiscono quando vedono il tango ballato nelle milonghe romane.
Non c'è postura, solo voglia di fare passi da protagonisti, spesso i ballerini sono “tutti storti”.
Non c'è rispetto verso se stessi, verso il/la partner, verso la musica e figuriamoci verso le altre coppie.
Non c'è tango.

Ganci, anzi, diciamolo "all'argentina" che fa figo, ganchos, voleos, planeos, giros, spesso goffi, eseguiti maldestramente. Ai limiti del ridicolo o del pericoloso, quasi grotteschi. E spesso, spessissimo, al di fuori della musica.
Alcuni corsi di tango vengono gestiti dando priorità a figure sempre nuove, senza curare i particolari e spiegarne il senso; ballare in questo modo è una cosa orrenda, ma è pur vero che l'uomo deve conoscere una discreta quantità di passi ed evoluzioni.
Deve padroneggiare, per saper cambiare, le camminate passando dalla parallela alla cruzada, deve sapere quali figure possono essere innescate da una sacada fatta con una gamba piuttosto che con l'altra.
Capire quando e come guidare un pivot o un giro alla donna, svincolarsi agilmente in una milonga affollata e saper improvvisare qualora avvenga un imprevisto o la partner non comprenda la guida di un passo, cambiando velocemente idea senza che nessuno se ne accorga e, soprattutto, senza pensare.
Questo avviene grezie agli insegnamenti di un buon maestro e con la pratica.
E, come se tutto ciò non bastasse, l'uomo deve avere le idee chiare sulla direzione prima e dopo un determinata sequenza.

Se l'uomo non sa cosa proporre... cosa fa ballare ad una donna? Una tanda dura diversi minuti, non si può gestire con solo 2 o 3 figure nel proprio arsenale (anche se su questo argomento ci sarebbe tanto da dire, una bella camminata è preferibile a decide di figure).
Capisco bene le perplessità di chi si avvicina al ballo per la prima volta, magari ad una certa età, di chi è abituato a muoversi per schemi fissi, di chi è ambizioso e vorrebbe subito proporre un ballo divertente e coinvolgente.
All'inizio occorre memorizzare qualcosa.

Uomini alle prime armi, memorizzate una sequenza ed eseguitela ogni volta che cominciate un ballo.
Ad esempio cominciate con un passo base in 8 tempi, successivamente riproponetela fermandovi al quinto passo e via con uno o piuù ocho adelante dall'incrocio, a seguire poi guidate un ocho atras e panino... ecco avete rotto il ghiaccio.
Sembrerà scontato ma è giusto cominciare dai passi più semplici e quando li si padroneggia inserire nello schema quelli più complessi. Provate a variare la quantità di passi prima dell'ocho, a variare il numero di ocho stessi. Starete improvvisando.
Quando sarete sicuri del vostro schema preferito, divertitevi poi a mischiare l'ordine degli elementi.

In realtà dovrà essere la musica a chiamare i passi, ma questo avviene ad un certo livello.

Se imparare a memoria una serie di passi è utile, ancora di più lo diventa capire cosa accade e perché.
Bravi insegnati spiegano il perché si faccia così e non diversamente, cosa vada comunicato alla donna con la parte superiore del corpo mentre le gambe compiono il passo, come e quali siano i tempi e i modi da dedicare a lei e anche gli spazi da lasciarle affinché possa, se lo desidera, adornare.

Dalle vostre di lezioni di tango, uomini, aspettatevi di capire, non di copiare passi e sequenze imparate a memoria come robot.


Per le donne.
La donna segue. Non anticipa, non esita. Fa quello che le viene proposto, esegue il passo guidato e lo completa con la grazia dei movimenti e la femminilità del suo essere e arricchendolo con dei giochi di piedi, gli "adornos".
Non è facile, soprattutto per chi non ha mai ballato in vita propria, lasciarsi andare alla guida di un'altra persona, tuttavia questo è il ruolo della donna nel tango argentino.

Augurandovi di ballare con un uomo dalla guida chiara e pulita, è giusto che una donna affini i sensi e attivi i muscoli per sentire ed interpretare nel modo corretto il comando dell'uomo nell'istante in cui le viene marcato.
Una donna non è tenuta a memorizzare passi e figure, ma, chiaramente, una consapevolezza in questo senso aiuta.

Gli "adornos" non sono veri e propri passi, sono dei disegni che la donna compie con il piede (o con tutta la gamba) libera, mentre compie il passo proposto dall'uomo.
È con gli "adornos" che la donna esprime la sua fantasia, la sua voglia di giocare con il partner e con la musica. Prima ho scritto che vengono compiuti tra un passo e l'altro, ma non è sempre così. A volte l'uomo lascia la parola alla donna, smette di guidare, per lasciarla giocare (si spera) con lui e la donna lo farà attraverso "adornos" sempre più elaborati ed aggraziati, interagendo con le gambe dell'uomo.
O, se proprio il suo ballerino le sta antipatico, lo farà per farsi notare.
Il passo proposto dall'uomo, di fatto, si compie anche senza alcun "adorno", ma se la donna non esegue nessun abbellimento e la ballerina della coppia vicino invece sì, mi dispiace, ma sarà lei a catturare l'attenzione di tutti.


Per uomini e donne.
Dalle vostre di lezioni di tango, aspettatevi di capire il perché avvengono determinati spostamenti, non di copiare passi imparati a memoria a mo' di automi, aspettatevi di saper comprendere cosa accade al vostro corpo a quello del/della vostra partner e intorno a voi.
Il tango, appresi passi e tecnica, è un ballo totalmente improvvisato.
Attenzione: improvvisato nel senso che i passi e le sequenze non seguono uno schema fisso e sempre uguale, improvvisato nel senso che le evoluzioni e le traiettorie sono decise sul momento.
Non nel senso di “come viene viene”.

Pensate ad una bella conversazione tra un uomo e una donna. Qualsiasi conversazione è totalmente improvvisata, ma non occorre prima imparare la grammatica per parlare la stessa lingua?
Nel caso del tango si parla una lingua non verbale, ma che ha la sua grammatica.
La grammatica del tango corrisponde alla tecnica dei passi e alla consapevolezza del proprio ruolo; una volta imparate queste potrete comunicare in totale libertà.

Sebbene all’inizio aiuti, ricordate che nessun vero dialogo avviene attraverso battute imparate a memoria.


È giusto pretendere da un corso di tango approfondimenti su equilibrio e postura (punti 1 e 2) ma anche indicazioni pratiche su come far determinati passi e degli schemi funzionali da attuare in milonga.
Schemi da memorizzare in un primo momento e da analizzare e personalizzare giocando in un secondo.



4. Percezione di se stessi

Avere un buon equilibrio, una buona postura e una buona guida (o una buona comprensione della guida, nel caso di una donna) vi farà essere ballerini piacevoli.
Ma poi succede che... "Ho un buon equilibrio, conosco tanti passi e li guido in maniera chiara e comprensibile (oppure, seguo senza pensare – e pesare - i comandi che l'uomo marca)... eppure quella coppia vicina, pur facendo meno figure, ha qualcosa in più... qualcosa che non saprei spiegare, ma si vede chiaramente... ecco guarda, che belli."
Quante volte ho sentito frasi simili.
Quel qualcosa è "l'atteggiamento".
Va detto che il tango argentino è un ballo fatto anche di apparenza; chiamatela passione, chiamatela sentimento, chiamatela come vi pare... fatto sta che nel tango argentino (messe da parte esibizioni e spettacoli) c'è una piccola componente di teatralità.
Non occorre esagerare, è piccola. Ma un po' c'è.

Buoni insegnanti spiegano anche questo: piccoli movimenti accentuati al momento giusto, accelerazioni, rallentamenti, pause che danno un colore diverso anche al passo base.
Lo sguardo che si incrocia, sia pure per un istante.
Questo è comunicare.



5. Percezione del/della partner

Mi piace ricordare quando avevo 7,8 anni e giocavo a briscola con mia nonna.
Come tutti i bambini, diciamocelo, ero una vera “pippa”; le prime volte confondevo il fante con il cavallo e non sapevo nemmeno contare i punti. Figuriamoci pianificare strategie, compariva un asso? Mio! Subito! I segni poi, non ne parliamo.
Mia nonna mi dedicava il suo tempo non certo per la mia bravura, ma per l'affetto che provava per me.
Questo dovrebbe essere lo spirito con cui si balla il tango.
Quando ballate, ballate con la persona, non con il suo livello.
Ci sono ovviamente casi in cui si ha voglia di ballare con una persona per la sua maestria... se ci riflettete una cosa non esclude necessariamente l'altra.

Se non avete piacere di ballare con una persona, non ballateci.
Se vi viene proposto un abbraccio che non vi convince, non fatelo.
Non si balla guancia a guancia perché "Il tango si balla così", diventerebbe un esercizio robotico e perderebbe qualsiasi significato.
Un grande maestro un giorno mi disse "El abrazo es el risultado de un relación". Nulla di più vero.

Il tango è un dialogo e i dialoghi più belli e veri sono quelli in cui ci si apre all'interlocutore in maniera spontanea, consona alla relazione che si ha (o che si vorrebbe avere).


In che modo si può migliorare sotto questo punto di vista?
Da un punto di vista "filosofico" direi "lavorando su se stessi", aprendosi ai sentimenti, alla gentilezza, alla sicurezza, all'empatia, alla pace.

Ma da un punto di vista pratico?
Principalmente lavorando sulla dissociazione, cercarsi con il busto fa si che non si perda il contatto con il/la partner. Occorre un po' (solo un po') di elasticità.
Lavorando sulla calma, mettendo da parte fretta ed egoismo, non pensate solo a chiudere il vostro passo, uomini imparate ad aspettare la donna, donne attendete la guida dell'uomo.
Ballate con il vostro partner per essere "coppia".
Ricordando il proprio ruolo e allo stesso tempo che il/la partner non è un accessorio, ma una persona.
L'uomo pensi a guidare in maniera chiara e decisa, mai violenta.
La donna pensi a seguire il comando dell'uomo e valorizzare l'estetica del ballo, pensando, lo ripeto, come coppia, quindi non solo a se stessa.

Buoni insegnanti vi portano a riflettere anche su questo aspetto, "l'aprirsi all'altro", il vero dialogo con l'altra persona, ecco che, "colmando la tecnica con tutto quello che abbiamo dentro di noi" (citazione di M. Barreras) da esercizio ginnico, il vostro ballo diventerà un vero e proprio dialogo tra un uomo e una donna.



6. Percezione della coppia (nello spazio della milonga)

A parte casi particolari, si decide di prendere lezioni di tango per andare a ballare in milonga, dove ci sono decine e decine di altre coppie.

Il tango argentino è un ballo sociale. Che vuol dire?
Che si balla per il piacere di stare insieme ad altre coppie che a loro volta ballano con lo stesso spirito.
Se volete saperne di pi, cliccate qui.
Vi suona strano? Faccio un esempio più vicino alla nostre abitudini: pensate ad una partita di calcetto tra amici, non ad una di quelle agonistiche.
Pensate ad un gruppo di amici che senza troppe pretese si vedono tutti i giovedì da anni e anni.
Chi ruba la palla ai propri compagni, chi non la passa, chi non gioca con lo spirito di divertirsi insieme, rovina tutto.
Ora un esempio più vicino alla cultura femminile: pensate alla classica cena di Natale tra amici e parenti.  Nessuno esagera con smanie da protagonista, la cuoca più brava o l'invitata più bella non salgono sul tavolo per mostrare le proprie doti.
Si sta insieme per il piacere di stare insieme e questo è lo scopo.

In una milonga le persone non sono tutti amici o parenti, è vero, ma, si è tutti accomunati dall'amore per il tango e questo dovrebbe bastare a creare un legame di solidarietà e rispetto.

Tuttavia siamo italiani e riusciamo a mettere il nostro egoismo e una sorta di innata avversione per le regole in tutto quello che facciamo, sia pure a nostro discapito… basti pensare a come si comporta la gente guidando l'auto.

Se in una milonga si vuole sentire il vero spirito del tango argentino, è fondamentale ballare in armonia con le altre coppie.
Uomini, abbiate chiara la traiettoria che state percorrendo, la frontalità, non invadete lo spazio di altre coppie, non cambiate corsia, non andate contromano...
Qualcuno sentì l’esigenza di scrivere una sorta di regolamento durante e fuori dal ballo, il cosiddetto Galateo della Milonga, penso che un ripasso ogni tanto di tali regole, non farebbe male a tante persone.

Donne, va bene abbandonarsi alla guida dell'uomo e chiudere gli occhi, ma abbiate sempre in mente dove vi trovate e regolate i vostri adorni alla spazio che avete a disposizione; non cercate di essere le protagoniste della sala, non è questo il fine del tango, se verrà, verrà da se e se non verrà chi se ne frega.
Ballate per essere una coppia tra altre coppie.


Dal vostro corso di tango aspettatevi che venga illustrata chiaramente la direzione prima e dopo il passo, che gli uomini vengano istruiti a seguire traiettorie dritte e precise, che vengano corrette guide dalla conduzione totalmente anarchica.
Questo aspetto riguarda principalmente gli uomini, ma anche le donne devono rendersi conto della traiettoria che il ballerino sta compiendo.
Per l’amore verso il tango, per il rispetto verso le altre persone e per la vostra incolumità imparate a riconoscete i marcadores disordinati ed evitate di ballarci fino a che non avranno imparato a stare tra altre coppie. A Natale regalate loro un navigatore.



7. Musica

Tutto quanto è stato raccontato fino ad ora ha più senso se attuato in accordo alla musica.
Ogni brano racconta una storia e lo fa attraverso la melodia, che evoca emozioni sulla base del ritmo.

Si può ballare sul ritmo, ma la vera magia avviene se lo si fa insieme alla melodia. Ecco che anche i ballerini diventano strumenti dell'orchestra.
Accelerazioni, rallentamenti, pause, sguardi, corpi, tutto contribuisce a fare la differenza.

È utile sia per l'uomo che per la donna conoscere dei brani, e, se vi piace un autore in particolare, approfondite la sua storia e le sue interpretazioni. La curiosità premia sempre.

Autori ed orchestre differenti interpretano i propri brani in modi differenti, se imparerete a "sentire" queste sfumature comincerete a rendervi conto di come la musica abbia dei colori che, anche a parità di passo, suggeriscono atteggiamenti differenti. Stati d'animo da esprimere con il linguaggio del corpo. Allora starete veramente danzando.


Insegnanti che non addestrano a distinguere se si stia ballando ritmo o sulla melodia, come passare dall'uno all'altra, che dedicano lezioni di "musicalità" all'interpretazione di uno o due  brani di cui imparare i passaggi quasi a memoria senza spiegare i concetti generali della musicalità, mi dispiace, non vi stanno insegnando a ballare veramente il tango argentino.





Questi concetti possono sembrare scontati a chi balla già da un po' di tempo, sono meno scontati per chi si è avvicinato al tango da poco.
Vivo a Roma e posso affermare in assoluta serenità che ho conosciuto e conosco insegnanti e scuole eccellenti.
E questo non può farmi che piacere.



Giorgio Buccolini




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