6 segreti per diventare una tanguera irresistibile

Il tango è un ballo in cui il ruolo dell'uomo e quello della donna sono precisi e ben definiti; l'uomo guida, la donna segue.
Non a caso l'uomo nel tango è chiamato anche "marcador", cioè colui che detta la marca (propone e guida il passo attraverso i movimenti del proprio corpo)  e la donna "seguidora", colei che segue.

Tuttavia, pensare che i ruoli si esauriscano qui è piuttosto limitativo.



1. I ruoli esistono, ma  il tango è pur sempre un ballo.

Sulla parte maschile ci soffermeremo in seguito, per quanto riguarda la donna, è fondamentale che teniate a mente che la marca del ballerino non va seguita in maniera passiva.
Siate "vive", siate ballerine e, soprattutto, siate donne e "femmine".

Un tango diventa magico quando il ballo è eseguito da due persone competenti e creative, che danno vita a qualcosa di armonioso. Insieme.

Non può  esistere armonia se non si ha chiaro il proprio campo di azione, se ci si ruba il ruolo e lo spazio vicendevolmente, se entrambi puntano ed essere protagonisti nello stesso tempo ed alla stessa maniera. Si farebbe solo un gran casino.
Il tango esige dei ruoli che non vanno vissuti con rassegnazione e negatività, non vanno vissuti come limiti, piuttosto come stimoli per personalizzare passi e movenze restando nella propria sfera di competenza. Le possibilità sono infinite, ma differenziate entro il proprio ruolo.
Questa assegnazione dei compiti, tra l'altro, porta anche una minore quantità di preoccupazioni, ad esempio, sempre per quanto riguarda la donna, ecco che non dovrà preoccuparsi di gestire i movimenti in milonga in funzione della posizione delle altre coppie, compito che di norma spetta all'uomo.

Conoscendo e rispettando entrambi il proprio ruolo, si darà vita ad un ballo equilibrato, uomo e donna diventeranno un unico "essere" armonioso (la coppia) e daranno forma con i movimenti alla musica, all'intimità e alla sensualità del momento.



2. Studiate e praticate.

Padroneggiare la tecnica è essenziale, una condicio sine qua non.
La tecnica va prima di tutto imparata, poi assimilata e perfezionata attraverso una pratica costante. Serve tempo e perseveranza.
Non abbiate fretta, date il giusto tempo allo studiare,  all'assimilare e al praticare.
Passate ai concetti più complessi solo dopo aver fatto vostri i precedenti e non demoralizzatevi se non viene tutto subito e bene.
Una buona scuola o un buon maestro privato sono quindi fondamentali per imparare le basi in maniera corretta.
Classi troppo numerose potrebbero farvi sentire abbandonati a voi stessi, classi poco numerose potrebbero essere indice di scarsa qualità o serietà.
Molto frequenti, nel tango, sono le lezioni private; scegliete istruttori di cui vi possiate fidare.

Importante, anche se meno divertente, è concentrarsi ed affinare la tecnica piuttosto che perfezionare passi particolarmente scenografici. Lasciate la parte mnemonica all'uomo ed esercitatevi per migliorare la vostra capacità di capire la guida del partner.
Con una buona tecnica sarete in grado di seguire passi inaspettati e figure nuove.
Una camminata impeccabile farà di voi una tanguera ammirata ed invidiata.



3. Danzate pensando al vostro corpo.

Nel tango la donna deve stare principalmente di fronte all'uomo, mantenere la connessione con il busto, seguire la guida, mantenere la giusta distanza nei passi. Ne consegue che il corpo dell'uomo diventa un punto di riferimento importante, ma quale ballo viene bene se prima di tutto non si ha la consapevolezza del proprio corpo, della propria posizione, dei propri movimenti, che nel tango devono essere estremamente precisi e allo stesso femminili e sensuali?
In una parola: propriacezione.
La capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo e la sua postura nello spazio, anche senza il supporto della vista.

Lasciarsi andare all'euforia di un ballo senza avere il minimo controllo sul corpo porta un'infinità di spiacevoli inconvenienti: mancanza di eleganza nei movimenti, essere di ostacolo per il vostro ballerino, rischio di scontri con le altre coppie, nel complesso potreste risultare sgraziate, se non buffe.

Avere la consapevolezza del vostro corpo e controllarne i movimenti con assoluto controllo vi porterà a ballare esattamente nel modo in cui vi immaginate ballare, potrete accelerare o rallentare i movimenti a piacimento, non graverete con il vostro peso sul ballerino e sul suo equilibrio. Non è facile, potrebbe tornare utile riprendervi con una videocamera mentre ballate per rivedervi con calma. I difetti in questo modo resteranno ben impressi nella vostra memoria!



4. Usate il pavimento, non l'uomo.

Restando nell'ottica di danzare contribuendo al ballo e non esclusivamente seguendo i passi proposti dall'uomo, è necessario tenere a mente che ognuno dei due ballerini deve mantenere l'equilibrio sul proprio asse.
Così come a qualsiasi tanguera non piace essere strattonata, tirata o spinta dall'uomo poiché ciò limita la sua libertà di movimento (e quindi l'espressività creativa), allo stesso modo all'uomo non piace essere gravato del peso della ballerina.

Non vorrete mica far sapere al ballerino quanto pesate, vero?

Usate quindi il pavimento, la postura, i muscoli per mantenere il vostro asse e non buttatevi a peso morto nell'abbraccio dell'uomo.
Ne limitereste la libertà e di conseguenza peggiorereste la sua guida e la spontaneità dei movimenti. Di conseguenza il piacere del ballo.
Un gentiluomo non vi dirà mai che vi sta trasportando per tutta la milonga, ma di fatto subirà la pesantezza del vostro peso e del ballo e questo potrebbe spingerlo a ripetere gli stessi passi, quelli meno faticosi, senza azzardare cose più creative.



5. Imparate a conoscere la musica.

Come già detto e ripetuto, la donna deve seguire la guida dell'uomo qualunque sia il modo in cui lui balli.
Quando vi invita un ballerino che non conoscete, non vi resta che incrociare le dita e sperare che sia un abile tanguero... e che "senta" la musica.

Con il tempo una brava tanguera diventa anche una brava "psicologa-lampo", impara a capire chi ha davanti e come interpreta il brano, se balla sul ritmo, sulla melodia o su chissà quale tempo senta battere nella sua testa.

Seguire l'uomo non impedisce alla donna di abbellire il proprio ballo con adornos sui passaggi musicali più belli, lì dove l'uomo (competente) li chiami, le lasci lo spazio oppure dove lei riesca a rubarli.
Imparate quindi a conoscere i brani e le interpretazioni delle diverse orchestre; ascoltate più volte gli stessi brani durante la giornata, anche mentre fate altro, e, senza accorgervene, ne memorizzerete i passaggi melodici, i ponti, le accelerazioni, le interruzioni e le riprese.
Quando ballerete il vostro corpo disegnerà spontaneamente voleos, planeos e adornos in generale in piena armonia con il brano senza che nemmeno dovrete sforzarvi a pensare.

Conoscere i brani vi darà maggiore sicurezza e i giusti tempi per slanci creativi, accentuerà la vostra femminilità e renderà più belli da guardare i balli anche con i tangueri meno esperti.
Provate poi ad immaginare che cosa può venir fuori da due ballerini che conoscono entrambi i passaggi musicali del brano che stanno ballando...



6. Cerca (e premia) la qualità, non la quantità

Nell'ottica di migliorare il vostro tango, privilegiate i balli di qualità piuttosto che la quantità.
È vero che è necessario fare pratica, ma ballare spesso con ballerini scadenti non solo non vi farà godere il ballo, ma addirittura potrebbe peggiorare il vostro tango, facendovi acquisire difetti altrui. Se vi abituate a ballare spesso con ballerini che saltellano, finirete per saltellare anche con altre persone e così via.

Quindi dosate i balli con ballerini scadenti.

Ballare con chi è più bravo è un piacere, con chi è meno bravo è un dovere, mi dissero tempo fa e non potrei essere più d'accordo... certo, se vivessimo in un mondo ideale.

Nell'ottica di dosare i balli allora, appurato che chi vi sta invitando non sia ancora esperto, a chi "regalare" il piacere di un ballo con voi?

Accettate gli inviti di chi vi chiede di ballare in maniera gentile e garbata, di chi vi invita con un sorriso e in modo opportuno, ancora meglio di chi lo fa attraverso la mirada.
Un ballerino poco esperto che vi invita a ballare con i dovuti modi oggi, ha ottime probabilità di essere un buon tanguero domani.
Per un uomo muovere i primi passi è qualcosa di estremamente difficile, che si impara con il tempo, ma la sensibilità e l'educazione sono ingredienti fondamentali di qualsiasi ballerino futuro.
Premiate queste persone con vostro sì ed un buon ballo.
Se ne avrete modo, esortateli a migliorare ancora.

Rifiutate (con garbo ed educazione) gli inviti di chi vi interrompe quando state parlando con qualcuno per invitarvi, di chi vi picchietta sulla spalla "Scusa, balli?", di chi insiste dopo un primo educato rifiuto (siate ancora educate, ma ferme).
Rifiutate gli inviti di chi è noto per allungare le mani durante il ballo, di chi elargisce baci sul collo non richiesti a fine tanda, di chi non rispetta la pista affollata, di chi va a sbattere contro le altre coppie, di chi si presenta grondante di sudore.
Insomma rifiutate gli inviti di chi non vi sembra a modo.

Accettare inviti da ballerini scadenti, potrebbe far pensare loro di essere bravi tangueri e che non abbiano necessità di migliorare e, in generale, di mettersi in discussione.
Sia mai che una serie di rifiuti porti determinati personaggi a compiere delle riflessioni e a rivedere alcuni atteggiamenti?
Ecco che vi si presenta l'occasione di svolgere una funzione educativa di cui il tango vi sarebbe riconoscente.





PS: l'immagine proposta per questo articolo è un dipinto di Fabian Perez, pittore e ballerino di tango. Un grande artista in grado di raccontare un'intera storia e trasmettere emozioni attraverso una sola immagine.



Giorgio Buccolini





Il tango è un ballo sociale. Che vuol dire?

Il tango è una danza caratterizzata da intimità, sensualità e passionalità.
Questo messaggio ci viene trasmesso dal cinema, dalla televisione e da qualsiasi mass media che abbia a che fare con questo ballo o che lo utilizzi come veicolo comunicativo sfruttandone tali caratteristiche.
E noi lì che ammiriamo gli attori o i ballerini di turno e pensiamo che il tango sia effettivamente questo o meglio, solo questo.


Ciò su cui raramente riflettiamo (e che spesso la massa ignora del tutto) è che difficilmente balleremo un tango come fossimo Antonio Banderas o Katya Virshilas - la sexy ballerina bionda - protagonisti del film "Ti va di ballare?".


Ancora più improbabile che lo balleremo da soli in location come il salone di un castello antico illuminati dalla luce del camino e della luna piena con vista su un lago cinto da una foresta incantata con cervi, unicorni, uccellini, fatine ed orsetti del cuore che ci ammirano in lontananza.


Il tango si balla nelle milonghe e il più delle volte c'è talmente poco spazio che l'esperienza di una tanda si riduce all'intimità di pochi passi incastonati in un abbraccio.
Il vero spirito del tango si ritrova più in questi momenti che nelle performance esplosive estremamente caricate di sensualità e bugie che cinema e televisione ci propongono.

Il tango è un ballo sociale, fatevene una ragione.
Per ballo sociale si intende un ballo in cui i ballerini hanno la consapevolezza e - almeno così dovrebbe essere - il piacere di ballare insieme ad altre persone.

Il tango si balla da più di 100 anni.
Pensate come poteva essere una società senza internet, senza facebook, senza chat, whatsapp, messaggini, cellulari, discoteche, centri commerciali, senza corsi di qualsiasi cosa a tutti costi, senza cd o mp3 di qualunque genere immediatamente a portata di mano.
In che modo uomini e donne potevano fare nuove conoscenze, incontrare una persona che desiderano rivedere, ascoltare la propria musica preferita, passare il tempo tra amici, magari ballando?
In un contesto simile le feste e le sale da ballo erano uno dei pochi ambienti in cui ciò poteva accadere.

Torniamo al presente e a qualcosa di più vicino alle nostre abitudini; immaginate una serata organizzata per giocare a carte tra conoscenti (tanto per stare in tema natalizio) o una partita di calcetto, di quelle disputate tra amici ed amici di amici.
Ciò che rende questi avvenimenti piacevoli è il fatto di trovarsi insieme ad altre persone facendo qualcosa di divertente, poco contano le performance e i virtuosismi di un singolo anzi, se danneggiano il clima e la serenità degli altri, diventano qualcosa di fastidioso.
Quello che conta veramente è saper stare tra tante persone in maniera armoniosa, non ci sono regole se non quelle dettate dall'educazione e dal buon senso.
Qualche pignolo potrebbe dire "E allora tutte quelle regole proposte dal cosiddetto Galateo della Milonga?"
A chi solleva questa polemica rispondo "Appunto. Quelle sono regole dettate dall'educazione e dal buon senso" ...e suggerisco di cogliere l'occasione per dargli una ripassata: cliccando qui .

Da noi questi concetti non sono ben compresi.

Sarà perché non appartiene propriamente alla nostra cultura, sarà perché oggi le occasioni per comunicare, conoscere e stare insieme ad altre persone sono infinite e di tutti i tipi, spesso ci avviciniamo al tango più da turisti che avvertendone a fondo le componenti sociali ed è più uno sfizio che altro; così quando si va a ballare si da poca importanza allo stare insieme, focalizzando la serata sulle proprie esigenze individuali. Vale a dire conoscere persone dell'altro sesso e pensare esclusivamente ai propri balli.
Questo fa male al tango.

Troppe persone vanno a ballare in milonga convinte di essere artisti e vedono le altre coppie prevalentemente come un impiccio.
Questo fa male al tango.

Avrete sicuramente fatto caso come il clima confusionario di una milonga in cui regni l'anarchia produca stress e intolleranza anche in quei ballerini che partono con le migliori intenzioni.
Di conseguenza anche questi balleranno in modo disorganico, contribuendo ad accrescere l'energia negativa, influenzando a loro volta altre persone ancora.
Siamo davanti ad un vero circolo vizioso, un serpente che si morde la coda.
Questo fa male al tango.
Messi da parte i veri maestri ed artisti, resta la gente "normale": ballerini e ballerine più o meno esperti; non importa che ballino da mesi o da anni, che frequentino le piste da ballo quotidianamente oppure una volta ogni tanto, il tango nelle milonghe è un ballo per tutti.

E tutti dovrebbero ballare con tutti, sarebbe questo il clima ideale, ma in realtà accade che la maggior parte delle persone ballino esclusivamente con i propri amici e conoscenti.
Questo fa male al tango.

Tra l'altro questa abitudine danneggia indirettamente anche la fama di una milonga.
Chi va a ballare da solo (uomini e donne) e non fa parte di un gruppo viene di fatto escluso dai balli, e difficilmente tornerà in una milonga che considera frequentata solo da gruppi chiusi.

Ma riflettiamo insieme... il tango non è un ballo basato sull'improvvisazione? E l'improvvisazione non è più vera lì dove non ci si conosce e non si ripetono a memoria gli stessi passi e figure?
Riprodurre sempre i medesimi movimenti in maniera automatica diventa un esercizio fine a se stesso, noioso e meccanico; non e' divertente.
Il tango, inteso come forma di comunicazione del corpo, dovrebbe permetterci di ballare in qualsiasi parte del mondo.
Ballare sempre con le stesse persone fa male al tango, alla milonga (intesa come locale) e a noi come ballerini. E aggiungo anche come persone.

Ma tra il dire e il fare ci sono di mezzo timidezza, inesperienza ed insicurezza, che tutto sommato sono comprensibili.
Ecco così che può capitare di assistere a coppie che tagliano la pista diagonalmente, che vanno "contromano", ammiriamo (sono ironico) planeos, voleos, colgadas eseguiti con presunzione dove non entrerebbe nemmeno uno spillo, braccia tese, gomiti alti, gente che dopo aver fatto passi inopportuni e fatto male a qualcuno nemmeno chiede scusa ma piuttosto le pretende.

E poi, lo sappiamo, tra il dire e il fare c'è di mezzo anche la mentalità all'italiana.
Se qualcosa è tollerabile una volta ogni tanto da parte di qualche principiante, diventa fastidioso e rovina il clima "sociale" di una serata (e la reputazione di una milonga) quando diventa la consuetudine generale.
Mi capita spesso di veder fare queste cose in milonga anche da quelle persone che ballano da anni; vedo anche di peggio: entrare ed uscire dalla ronda quando si vuole, maestrini che spiegano le figure durante il ballo, gente che mentre balla si dedica a conversazioni appassionate, passi di tango escenario, salti, "invasiones" - movimenti fuori asse -  ...effusioni (sì, ho visto di tutto!!!) in mezzo alla pista quando non era il caso.
Tutto ciò mi porta ad una riflessione: a questa gente non importa niente del ballo e ancora meno degli altri.

E le donne? Hanno qualche responsabilità in tutto questo?
Che colpa ha una ballerina se l'uomo la guida in direzioni poco correte da un punto di vista di coesistenza sociale?
È sicuramente vero che la conduzione del ballo è affidata all'uomo e quindi una donna è poco responsabile di queste dinamiche, ma quanto sarebbe istruttivo se le donne non facessero planeos ampi o voleos alti qualora marcati e soprattutto imparassero a dire "NO" - con eleganza e risolutezza - ad inviti maleducate e a determinati personaggi "molesti" che stanno al tango in milonga tanto quanto io sto alle schiacciate a canestro.

Se, abbiamo detto, tutti dovrebbero ballare con tutti, questo vale quando c'è rispetto ed educazione.
Rifiutare un invito fatto con garbo, sia pure da un principiante, è antipatico ed anti-tango, rifiutare l'invito di un personaggio anti-tango sarebbe invece pro-tango. Scusate il gioco di parole.
Dire di no a determinati personaggi potrebbe portarli a compiere delle riflessioni su loro stessi (ma sì, voglio essere ottimista) oppure a cercare un altro canale per approcciare donne (perchè è chiaro che poco importa del ballo e della milonga) quindi avrebbe una funzione, tanto per restare in tema, socialmente utile.

Tornando ad un livello più generale, a Buenos Aires è raro che una coppia ostacoli il ballo delle altre coppie, non importa quanto la milonga sia piena.
Così come è raro che la pista venga invasa, tagliata, percorsa contromano.
Sono forse alieni? Sono forse tutti fenomeni?
O più verosimilmente affrontano l'esperienza della milonga con meno egoismo e più rispetto della collettività?
È davvero così difficile gustarsi un momento collettivo piuttosto che pensare esclusivamente a se stessi cercando di fare gli artisti a tutti i costi?

Il modo in cui ogni persona balla con il proprio/a partner e con le altre coppie è indice del modo in cui si relaziona e comunica con l'Altro.
Questo dovrebbe farci riflettere.


Giorgio Buccolini











Yoga, pilates e tango. Migliorare il proprio modo di ballare.

La parola Yoga ha origine dalla radice sanscrita yuj, che significa "legare", "unire", "collegare"e da questa deriva il sostantivo yugá, che indica il giogo che si fissa sul collo dei buoi per attaccarli all'aratro; un termine presente anche nella lingua latina come, ad esempio, nelle parole iungere e iugum e in tante lingue moderne con lo stesso significato.
Da qui il concetto più esteso di Yoga inteso come insieme di pratiche ascetiche, meditative e fisiche, aventi come scopo l'unione con la Realtà ultima e il fine di aggiogare, ovvero controllare e governare i sensi e i vissuti da parte della coscienza per favorire la concentrazione e il conseguimento della meditazione.

Cosa c'entra lo Yoga con il tango? Cosa hanno in comune? In che modo praticare Yoga può migliorare il nostro modo di ballare?

Per scoprirlo spendiamo ancora un paio di parole sullo Yoga; è uno dei sei sistemi ortodossi della filosofia religiosa indiana, tuttavia oggi quando diciamo Yoga, intendiamo una serie di attività che spesso poco hanno a che fare con la dottrina tradizionale, attività che comprendono ginnastiche del corpo e della respirazione, discipline psicofisiche finalizzate alla meditazione o al rilassamento, tecniche miste che unirebbero lo Yoga con tradizioni differenti, moderne, occidentali... un pò come fanno gli americani quando uniscono la pasta e il ketchup insomma.
Non è certamente questo il luogo per trattare approfonditamente la pasta, il ketchup, lo Yoga, la sua storia e i suoi concetti e ancor meno le tantissime branche e scuole di pensiero che questa disciplina contempla.
Possiamo tuttavia affermare che il più delle volte, quando parliamo di Yoga, noi occidentali intendiamo l'Haṭha Yoga.
Haṭha significa  "forza", "violenza", "ostinazione"; l'Haṭha Yoga è dunque lo "Yoga della forza" o "Yoga rinforzante", con riferimento al fatto che tale disciplina mira ad ottenere un corpo fisicamente in forma e in buona salute, e ciò allo scopo di poter affrontare più adeguatamente la meditazione.
L' Haṭha Yoga è stato definito lo yoga della meditazione in azione.

Nell' Haṭha Yoga vengono assunte dal corpo posizioni specifiche, gli āsana, distinte in base agli effetti che producono, aspetti sia fisici sia, per così dire, miracolosi. Tutti gli āsana hanno lo scopo finale di facilitare lo studio da parte della mente.
Ciascuna āsana ha un nome ben preciso (derivato dalla natura, soprattutto di animali, o dalla mitologia induista); sono posizioni in cui il corpo deve essere morbido, rilassato e allo stesso tempo stabile e "pronto all'azione".

Ma tutto questo non caratterizza anche l'abbraccio, i passi e la postura del tango?
L'abbraccio del tango deve essere confortevole, stabile, mai costringente.
I passi devono essere decisi, armoniosi, forti, mai violenti.
La postura deve essere naturale, rilassata e pronta all'azione, mai assente o distratta.

Abilità su cui lo Yoga e il tango lavorano attraverso l'esercizio, attitudini che possono essere migliorate con lo studio e la pratica.

Nel tango non importa che siate principianti o ballerini con ore e ore di pratica in milonga, se non sapete gestire il vostro corpo non potrete comunicare tramite esso, se non affinate i vostri movimenti sarà estremamente difficile - se non impossibile - creare la connessione con il vostro/a partner.




Tornando allo Yoga, gli āsana vengono spesso integrati con il prāṇāyāma (tecniche per il controllo della respirazione) e i mantra (suoni) allo scopo di modificarne o potenziarne gli effetti.

È facilmente comprensibile quanto sia fondamentale per noi tangueri integrarci con i suoni, direi che non sia il caso di soffermarci troppo su questo aspetto. Magari non oggi.

Parliamo invece della respirazione, se ai principianti risulta spesso difficile comprendere come il respirare insieme sia un ingrediente fondamentale per ottenere la famigerata connessione, con il tempo tutti arriviamo alla stessa conclusione: per essere una cosa sola, il respiro va saputo gestire.
Che sia per merito di bravi insegnanti o per esperienza vissuta in prima persona, chi riesce ad entrare in sintonia con il proprio/a partner, lo fa anche attraverso la respirazione.
E anche qui le tecniche dello Yoga si sposano perfettamente con le esigenze di chi balla il tango, sebbene le finalità siano differenti.
L'adozione di giusti modelli ritmici della respirazione profondi e lenti, non solo rafforza il sistema respiratorio, ma calma il sistema nervoso e riduce la bramosia e, di conseguenza, la fretta.
La mente si libera diventando più adatta per la concentrazione.
L'emotività influisce sul ritmo del respiro e lo trasforma in rapido, poco profondo e incontrollato, ne consegue che il controllo del respiro permette il controllo della mente.

Dato che lo scopo dello Yoga è calmare e controllare la mente, lo Yogi apprende come farlo anche attraverso la respirazione esaminandone diverse tecniche (addominale, toracica, clavicolare); tramite un addestramento che permette di dominare il respiro, è possibile controllare i sensi e raggiungendo così lo stato di Pratyahara predisponendosi per lo stato di dhyāna (meditazione).

Nel tango, controllare il respiro porterà ad allontanare ansie, fretta e distrazioni e contribuirà al raggiungimento di una migliore concentrazione, questo per quanto riguarda noi stessi; nell'interazione con il/la partner  e attraverso una comune respirazione percepita da entrambi si arriverà ad ottenere la giusta connessione.
L'uomo dovrà infondere tranquillità per far sentire la partner a proprio agio e trasmetterà il proprio ritmo (che si spera sia in sintonia con la musica), la donna riceverà e trasmetterà a sua volta la propria rilassatezza e quindi predisposizione ad essere guidata.




Controllo del corpo, forza, stabilità, equilibrio, concentrazione, respiro. Basterebbe questo per rendersi conto che tango e Yoga hanno tanto in comune, l'uomo (inteso come essere umano) attraverso la consapevolezza di se e del proprio corpo e attraverso la concentrazione, l'armonia interiore e con l'ambiente circostante, è in grado di raggiungere mete altrimenti inarrivabili.
Ma non basta. C'è di più.

Il principale organo di senso nella pratica sia del tango che dello Yoga è la pelle, lo strumento principale è il tocco.

Nello yoga la condizione della pelle permette di tenere sotto controllo il comfort e la stabilità degli āsana.
Gli yogi di livello più avanzato riescono a sentire la loro pelle: la pelle dei piedi si attiva in un modo diverso e si protende in direzioni differenti rispetto a quella delle caviglie, la pelle che copre le ossa, ad esempio la tibia,  ha una tensione diversa da quella sopra i muscoli, ad esempio sulla coscia.

E nel tango? Ballare vuol dire prima di tutto entrare in contatto: le mani si sfiorano e poi si uniscono, i busti aderiscono costantemente, spesso anche i visi.
E poi il contatto con il pavimento e, in senso ancora più lato, con la musica e con le altre coppie.
La pelle è l'organo di senso del tatto, del tocco, del contatto; un senso che va vissuto in maniera attiva, che va tenuto acceso e in continua ricezione, afinché ci permetta di "sentire" oltre quello che vediamo ed ascoltiamo.


Infine, entrambe queste discipline possono essere considerate umanistiche, le nozioni si tramandano da maestro ad allievo e vengono interiorizzate a fondo solo attraverso un esercizio costante, tanta pratica e con la giusta concentrazione.  Perfezionandosi si raggiunge una maggiore padronanza e si affina la capacità di sentire e comprendere.
Yoga e tango hanno un loro vocabolario, i passi di tango e le posizioni dello yoga hanno i propri nomi.
Hanno entrambe una storia che andrebbe studiata, ricca di sfumature e di interpretazioni differenti degli stessi concetti, interpretazione spesso legate alla cultura del momento storico.

Yoga e tango, se fatti con consapevolezza e passione, cambiano la vostra vita.
Altrimenti sono stati fatti male.

Tante persone praticano lo Yoga "per fare un pò di esercizio" o come pretesto per praticare posizioni vagamente sessuali ed esotiche e conoscere (ed abbordare) altre persone (o essere abbordati/e).
Allo stesso modo tante persone praticano il tango perché va di moda, per avere più possibilità di conoscere nuove persone e/o, tanto per cambiare, per flirtare.
Lo sappiamo, la maggior parte della gente fa qualcosa come pretesto per arrivare ad obbiettivi che poco hanno a che vedere con quella cosa.
C'è da dire che tutto sommato funziona, quindi non mi sento di dare loro completamente torto; il tango, lo Yoga e qualsiasi altra attività di gruppo, probabilmente servono anche a questo, ed anche questo aspetto serve al tango e allo Yoga.

Tango o Yoga che sia, c'è da dire che "chi fa sul serio" arriva ad una percezione più profonda delle cose, attraverso lo studio e la pratica sviluppa i propri sensi fino a "sentire" più degli altri.

Chi fa sul serio, nel tango o nello Yoga, cerca una cosa sola: la connessione.

Nello Yoga si cerca la connessione tra mente e pensiero, tra corpo e concentrazione, tra se stessi e divinità.
Nel tango, la connessione è finalizzata al ballo e va cercata prima di tutto con il proprio partner, poi con la musica e infine con l'ambiente circostante.
Corpo, mente, concentrazione, respiro, pensiero, ambiente.
Entrambe le discipline lavorano gli stessi ingredienti per ottenere uno scopo: una migliore gestione di se stessi interiore ed esteriore.


In senso ampio lo Yoga e tango sono percorsi di realizzazione che si fondano su proprie filosofie, itinerari che divengono via via sempre più totalizzanti, cammini che diventano viaggi e che spesso non ci lasciano più.
Non sono qualcosa cui ci si può riferire con espressioni come "fare un po' di yoga", "fare un pò di tango".
Lo yoga non è solo "un esercizio per tenersi in forma", il tango non è solo "ballare appiccicati".

Sicuramente si può praticare yoga per fare un pò di esercizio e il tango giusto per divertirsi, ma, quando si comincia a fare sul serio, si comprende che non è solo questo; troppo spesso si confonde "esercizio fisico" con "salute" e "divertimento" con "piacere".




E il pilates? Tutte queste parole e ancora niente sul pilates?

Il Pilates è un metodo di allenamento in sempre più rapida crescita, ideato da Joseph Pilates, il cui scopo principale è quello di rendere le persone consapevoli di sé stesse, del proprio corpo e della propria mente ed unire queste separate cognizioni in una singola, dinamica e ben funzionante entità.

Questo metodo, sviluppato in Germania più di 100 anni fa ed "esportato" negli Stati Uniti nella prima metà del '900 (dove Pilates emigrò con la moglie) catturò l'attenzione di ballerini ed atleti e divenne rapidamente un metodo di allenamento adottato da sportivi ed artisti di fama mondiale che non solo ne fecero tesoro, ma cominciarono ad insegnarlo ai loro allievi.

L'obiettivo del pilates è quello di realizzare le attività quotidiane con facilità e mobilità, lavorando su movimenti funzionali piuttosto che sullo sviluppare la forza muscolare fine a se stessa.

Il corretto allineamento del corpo - la testa in linea con la colonna vertebrale, in linea con le anche e le ginocchia - permette il raggiungimento di una salute ottimale.
Gli esercizi si concentrano sul rafforzamento e la tonificazione muscolare in maniera "soft", particolare attenzione è rivolta al centro del corpo, andando a migliorare la postura, la flessibilità, l'equilibrio, e la concentrazione mentale.

Le parti che non eseguono movimenti, vengono sottoposte a rinforzo muscolare grazie alle posizioni assunte; il numero di ripetizioni è mantenuto basso lavorando più sulla qualità che sulla quantità di esercizio fisico.
Si lavora sul respiro, sull'asse, sullla concentrazione e sulla precisione; piuttosto che aumentare ripetizioni e carichi, il metodo Pilates si concentra su un uso più sofisticato dei muscoli e maggiori ampiezze dei movimenti.

Utilizzato per anni da atleti e ballerini per raffinare forza e tecnica, il pilates, oltre ad una corretta postura ed allineamento del corpo, insegna l'equilibrio e il controllo, insegnando ad avviare ogni movimento dal centro del corpo. Con il pilates si acquisisce una maggiore stabilità e allo stesso tempo una maggiore mobilità muscolare.

"Un fisico allenato è il primo requisito per la felicità. La nostra interpretazione dell’allenamento è il raggiungimento ed il mantenimento di un corpo sviluppato uniformemente insieme ad una mente sana e pienamente in grado eseguire in modo naturale, semplice e soddisfacente i molti e vari compiti quotidiani con gioia e piacere spontaneo".
Joseph Pilates


Nel tango tutto questo si traduce in un maggiore libertà delle gambe pur mantenendo un asse stabile e saldo, ovvero: migliore equilibrio, fluidità dei movimenti, saper gestire la parte inferiore del corpo (piedi, gambe, bacino) senza che il busto e, di conseguenza, l'abbraccio ne risentano.

Con appositi esercizi il pilates permette di sentirsi forti sul pavimento e allo stesso tempo sospesi nello spazio, insegna la consapevolezza del corpo e migliora la percezione della propria posizione e come muoversi in maniera efficiente senza disperdere inutilmente le energie.

Il pilates migliorerà lo svolgimento di qualsiasi attività quotidiana, figuratevi il vostro modo di danzare.

Giorgio Buccolini





Tango e tangoterapia. Strumento per capire se stessi e gli altri.

"Tango-terapia (o psicotango): sistema integrato di strumenti del 'ballo del tango' e della sua musica che, con l'intento di produrre vivenze (istanti vissuti intensamente nel presente) motivanti, ci avvicina alla conoscenza dello psichismo profondo, consentendo elaborazioni diagnostiche, terapeutiche e di ricerca."
(F. Trossero, psichiatra, professore di Psichiatria Degli Adulti presso la Facoltà di Medicina dell'Università di Rosario - Argentina, membro d'onore del Colegio Cubano de Neuropsicofarmacología, ballerino di tango)


Potrebbe sembrarvi un argomento noioso, invece vi suggerisco di leggere questa pagina fino in fondo. Scoprirete che il tango si basa su gesti innati e dinamiche dal forte impatto emozionale, le cui proprietà rivelatorie e terapeutiche sono state riconosciute e sfruttate con successo dalla cosiddetta tangoterapia. Concetti che dovrebbero essere noti a chiunque dica di praticare tale ballo, cosa che di fatto non è.
Un'analisi di tali elementi mette in luce tratti della personalità su cui, se si vuole, si può lavorare per migliorare se stessi e il rapporto con gli altri.
O, ancora, ci offre uno strumento per riconoscere le persone.

Ballare (o anche solo veder ballare) permette di capire la vera essenza degli altri.




Perché proprio il tango?

Il tango argentino è un ballo particolare, è infatti l'unica danza di coppia che utilizza l'abbraccio chiuso e che si balla sull'improvvisazione; gioca su leve psicologiche coinvolgenti, forti e comuni a tutti: il contatto fisico tra uomo e donna, la ricerca dei ruoli, la complicità mentale, l'intimità dell'avvenuta intesa e allo stesso tempo libera totalmente la creatività, offre infinite possibilità di espressione e, quindi, di analisi.

L'abbraccio del tango, così intimo da condividere addirittura il respiro, stimola l'ossitocina (nota anche come l'ormone dell' "apego", dell'attaccamento, lo stesso ormone che sviluppa l'attaccamento fra due persone che hanno fatto l'amore), abbatte lo stress e abbassa la pressione nei pazienti con ipertensione arteriosa.

Non dobbiamo poi sottovalutare la musica. Fortemente caratterizzata da un ritmo di base intenso, è ideale per accompagnare e stimolare la continuità e fluidità nel movimento.
Una musica suadente, spesso sensuale, che stuzzica e gioca con le emozioni più radicate e più potenti, quali la passione, l'amore, la dolcezza o la malinconia, emozioni che contribuiscono a far emergere la vera natura abbandonando barriere o strutture difensive.

Da un corpo che balla è possibile intuire cose che a livello conscio una persona non è in grado di dire o non vuole dire; guardando qualcuno che balla il tango, dai movimenti, dalla postura e dall'abbraccio se ne intuiscono le resistenze e la personalità in generale.

Per esempio, la postura di una personalità fobica o ossessiva è rigida, il tono muscolare è forte, c'è tensione nell'abbraccio così come nella vita della persona.
Al contrario un abbraccio molle, che non si fa sentire, denota un'assenza di personalità e di carattere; a volte è la persona che non vuole farsi vedere per come è a causa di paure o paranoie.


La mancanza di schematicità di questa danza così libera, necessita, tuttavia, di ruoli ben definiti: l'uomo guida, la donna segue. Due ruoli distinti, infinite possibilità.
L'intesa che si crea (o non si crea) nella coppia può indicare tanto delle personalità dei ballerini quanto l'atteggiamento del singolo elemento.
Entrambi devono prima di tutto arrivare ad una complicità sia fisica che mentale, devono comunicare o, meglio ancora, devono desiderare di comunicare.

L'uomo dovrà coordinare il pensiero alla guida del proprio corpo e, contemporaneamente, dovrà guidare quello della donna, dovrà assumersi in prima persona la responsabilità di gestire qualcosa di prezioso, non potrà delegare.
La donna dovrà affidarsi totalmente alla conduzione dell'uomo, dovrà abbandonare ogni istinto a guidare o a resistere.
I tratti caratteriali emergeranno inevitabilmente e andranno gestiti, smussati o addirittura domati.

E non è solo l'armonia di due corpi ad entrare in gioco, bensì quella di due mondi differenti, il maschile con la sua necessità ed attesa di attenzione verso i risultati conseguiti, il femminile, col richiamo verso se stessa e le sue cose.
L'uomo s'aspetta la lusinga della donna nell'essere accettato quale buon ballerino, la donna s'aspetta un buona intesa, un buon abbraccio, d'essere tenuta in considerazione ...e che non le si pestino le scarpe nuove.

Ogni ostacolo a questo gioco di ruoli è indice di strutture mentali.




Infine, ma non meno importante, la relazione tra la coppia e le altre persone, le altre coppie con le quali si condivide l'area di ballo, un'esperienza e una passione, accompagnati da una musica coinvolgente; elementi stimolanti da un punto di vista relazionale ed emotivo, che sicuramente non possono essere dimenticati nell'ottica della ricerca di un beneficio sì motorio, ma anche, non meno importante, psicologico.

La gestione dello spazio e della volontà di realizzazione in presenza di altri elementi, le altre persone viste come antagoniste o compagne ... o non considerate affatto.







Gli effetti del tango e della tangoterapia


Effetti fisiologici


  • Il tango favorisce lo sviluppo di attitudini fisiche e motorie. La pratica regolare migliora molti aspetti della salute fisica, è utile nella prevenzione cardiovascolare e del sovrappeso, e in molteplici disturbi osteoarticolari e posturali.


  • Grazie all'eliminazione di inibizioni, i movimenti, i gesti e la postura/posizione nel quotidiano si fanno più naturali, spontanei, liberi, e liberano spesso da fastidiosi dolori muscolari o alla colonna vertebrale.


  • Favorisce lo sviluppo di funzioni neurocognitive superiori, dato che si deve prestar attenzione ai passi da eseguire, così come esercitare la memoria soprattutto in relazione alle sequenze di movimento, per ricordare e ripetere i passi del tango.


  • Il contatto fisico - e l'affetto che l'accompagna - è un potente mediatore e mezzo nella nostra relazione con gli altri.


  • Nel corso dei tre minuti di durata di un tango, arrivano a modificarsi parametri della struttura fisica del cervello. Ad esempio, nella depressione e nello stress, si conoscono l'affezione e l'atrofia in cellule dell'ippocampo, così come si vedono inclusi la corteccia prefrontale e l'amigdala cerebrale; è qui che gli stimoli derivanti dal movimento e dalle sensazioni risvegliate dal ballo del tango, limitano quel deterioramento grazie alla produzione di fattori di crescita e rigenerazione neuronale.



Effetti psicologici

  • Il tango (e la tangoterapia) facilita lo sviluppo emozionale e cognitivo, e lo sviluppo di facoltà espressive del corpo, che consentono di studiare il materiale simbolico che, a sua volta, permette la scoperta della propria personalità nei suoi filamenti più intimi.
  • Per le caratteristiche e l'importanza dell'abbraccio, il tango determina un contatto fisico tanto stretto col compagno/a che permette di trascendere l'aspetto fisico e di generare una profonda comunicazione non-verbale in termini intensi inter ed intrapersonali. Comunicazione che inizia con sguardi, contatto visivo suggestivo, invitante, esigente, provocatorio, seducente, e continua con l'abbraccio tenero, protettivo, possessivo, e con movimenti elastici, duri, rigidi, sicuri, ed un finale di separazione e di ricordi, con tutti i coloriti emozionali immaginabili.
  • Al pari dell'espressione spontanea di idee, sentimenti ed emozioni, si attivano quei meccanismi di difesa che supportano conflitti e sintomi nella vita quotidiana.
  • Consente la creatività, la conoscenza interiore, tramite il proprio corpo in movimento, la coscienza (consapevolezza) corporea ed emotiva. E nell'identificazione dell'altro trova aspetti di sé stesso che l'aiutano ancor di più nella propria identificazione e nell'esperienza emotiva concomitante.



Effetti sociali

  • Nell'ambito del sociale, l'incontro con altri, lo sguardo, il corpo, l'abbraccio, il gruppo, il contatto con la persona dell'altro sesso, e perché no, dello stesso, e la parola, permettono di integrare sensazioni ed emozioni speciali per questo tipo particolare di interazione. Questo fa sì che si stabiliscano legami relazionali più salutari improntati a quella sicurezza e fiducia che sono tanto necessari alla nostra società contemporanea.



Sebbene esistano diversi mezzi di comunicazione che sono in maggiore e più intimo contatto col materiale inconscio, nel tango e nella tangoterapia ci si avvale di tutte le risorse disponibili, che sono notevoli, per le loro sfumature e varietà. L'abbraccio, la posizione, il movimento, la relazione col compagno/partner (non meno importante, quella coi docenti), lo svolgimento tra altre persone.

E se questi elementi sono stati riconosciuti da medici e studiosi come validi mezzi di espressione non-verbale per potere accedere all'inconscio ed adottati per l'analisi e la terapia di patologie più o meno gravi, sicuramente possono essere studiati anche da noi, persone "normali" per conoscere meglio noi stessi e imparare a riconoscere gli altri.




"In questa epoca tecnologica, volta al 'pensare' e non al 'sentire', e pregna di tanta, e tanto falsa, comunicazione, nella vertigine di tonnellate di informazioni imbottigliate, che si scambiano, secondo per secondo, senza il benché minimo contatto fisico-emozionale, queste nuove o vecchie forme di comunicazione permettono di trascendere le frontiere del nostro Io: e questo ci fa tornare profondamente umani."
(F. Trossero)



Giorgio Buccolini