Da qui il concetto più esteso di Yoga inteso come insieme di pratiche ascetiche, meditative e fisiche, aventi come scopo l'unione con la Realtà ultima e il fine di aggiogare, ovvero controllare e governare i sensi e i vissuti da parte della coscienza per favorire la concentrazione e il conseguimento della meditazione.
Cosa c'entra lo Yoga con il tango? Cosa hanno in comune? In che modo praticare Yoga può migliorare il nostro modo di ballare?
Per scoprirlo spendiamo ancora un paio di parole sullo Yoga; è uno dei sei sistemi ortodossi della filosofia religiosa indiana, tuttavia oggi quando diciamo Yoga, intendiamo una serie di attività che spesso poco hanno a che fare con la dottrina tradizionale, attività che comprendono ginnastiche del corpo e della respirazione, discipline psicofisiche finalizzate alla meditazione o al rilassamento, tecniche miste che unirebbero lo Yoga con tradizioni differenti, moderne, occidentali... un pò come fanno gli americani quando uniscono la pasta e il ketchup insomma.
Non è certamente questo il luogo per trattare approfonditamente la pasta, il ketchup, lo Yoga, la sua storia e i suoi concetti e ancor meno le tantissime branche e scuole di pensiero che questa disciplina contempla.
Possiamo tuttavia affermare che il più delle volte, quando parliamo di Yoga, noi occidentali intendiamo l'Haṭha Yoga.
Haṭha significa "forza", "violenza", "ostinazione"; l'Haṭha Yoga è dunque lo "Yoga della forza" o "Yoga rinforzante", con riferimento al fatto che tale disciplina mira ad ottenere un corpo fisicamente in forma e in buona salute, e ciò allo scopo di poter affrontare più adeguatamente la meditazione.
L' Haṭha Yoga è stato definito lo yoga della meditazione in azione.
Nell' Haṭha Yoga vengono assunte dal corpo posizioni specifiche, gli āsana, distinte in base agli effetti che producono, aspetti sia fisici sia, per così dire, miracolosi. Tutti gli āsana hanno lo scopo finale di facilitare lo studio da parte della mente.
Ciascuna āsana ha un nome ben preciso (derivato dalla natura, soprattutto di animali, o dalla mitologia induista); sono posizioni in cui il corpo deve essere morbido, rilassato e allo stesso tempo stabile e "pronto all'azione".
Ma tutto questo non caratterizza anche l'abbraccio, i passi e la postura del tango?
L'abbraccio del tango deve essere confortevole, stabile, mai costringente.
I passi devono essere decisi, armoniosi, forti, mai violenti.
La postura deve essere naturale, rilassata e pronta all'azione, mai assente o distratta.
Abilità su cui lo Yoga e il tango lavorano attraverso l'esercizio, attitudini che possono essere migliorate con lo studio e la pratica.
Nel tango non importa che siate principianti o ballerini con ore e ore di pratica in milonga, se non sapete gestire il vostro corpo non potrete comunicare tramite esso, se non affinate i vostri movimenti sarà estremamente difficile - se non impossibile - creare la connessione con il vostro/a partner.
Tornando allo Yoga, gli āsana vengono spesso integrati con il prāṇāyāma (tecniche per il controllo della respirazione) e i mantra (suoni) allo scopo di modificarne o potenziarne gli effetti.
È facilmente comprensibile quanto sia fondamentale per noi tangueri integrarci con i suoni, direi che non sia il caso di soffermarci troppo su questo aspetto. Magari non oggi.
Parliamo invece della respirazione, se ai principianti risulta spesso difficile comprendere come il respirare insieme sia un ingrediente fondamentale per ottenere la famigerata connessione, con il tempo tutti arriviamo alla stessa conclusione: per essere una cosa sola, il respiro va saputo gestire.
Che sia per merito di bravi insegnanti o per esperienza vissuta in prima persona, chi riesce ad entrare in sintonia con il proprio/a partner, lo fa anche attraverso la respirazione.
E anche qui le tecniche dello Yoga si sposano perfettamente con le esigenze di chi balla il tango, sebbene le finalità siano differenti.
L'adozione di giusti modelli ritmici della respirazione profondi e lenti, non solo rafforza il sistema respiratorio, ma calma il sistema nervoso e riduce la bramosia e, di conseguenza, la fretta.
La mente si libera diventando più adatta per la concentrazione.
L'emotività influisce sul ritmo del respiro e lo trasforma in rapido, poco profondo e incontrollato, ne consegue che il controllo del respiro permette il controllo della mente.
Dato che lo scopo dello Yoga è calmare e controllare la mente, lo Yogi apprende come farlo anche attraverso la respirazione esaminandone diverse tecniche (addominale, toracica, clavicolare); tramite un addestramento che permette di dominare il respiro, è possibile controllare i sensi e raggiungendo così lo stato di Pratyahara predisponendosi per lo stato di dhyāna (meditazione).
Nel tango, controllare il respiro porterà ad allontanare ansie, fretta e distrazioni e contribuirà al raggiungimento di una migliore concentrazione, questo per quanto riguarda noi stessi; nell'interazione con il/la partner e attraverso una comune respirazione percepita da entrambi si arriverà ad ottenere la giusta connessione.
L'uomo dovrà infondere tranquillità per far sentire la partner a proprio agio e trasmetterà il proprio ritmo (che si spera sia in sintonia con la musica), la donna riceverà e trasmetterà a sua volta la propria rilassatezza e quindi predisposizione ad essere guidata.
Controllo del corpo, forza, stabilità, equilibrio, concentrazione, respiro. Basterebbe questo per rendersi conto che tango e Yoga hanno tanto in comune, l'uomo (inteso come essere umano) attraverso la consapevolezza di se e del proprio corpo e attraverso la concentrazione, l'armonia interiore e con l'ambiente circostante, è in grado di raggiungere mete altrimenti inarrivabili.
Ma non basta. C'è di più.
Il principale organo di senso nella pratica sia del tango che dello Yoga è la pelle, lo strumento principale è il tocco.
Nello yoga la condizione della pelle permette di tenere sotto controllo il comfort e la stabilità degli āsana.
Gli yogi di livello più avanzato riescono a sentire la loro pelle: la pelle dei piedi si attiva in un modo diverso e si protende in direzioni differenti rispetto a quella delle caviglie, la pelle che copre le ossa, ad esempio la tibia, ha una tensione diversa da quella sopra i muscoli, ad esempio sulla coscia.
E nel tango? Ballare vuol dire prima di tutto entrare in contatto: le mani si sfiorano e poi si uniscono, i busti aderiscono costantemente, spesso anche i visi.
E poi il contatto con il pavimento e, in senso ancora più lato, con la musica e con le altre coppie.
La pelle è l'organo di senso del tatto, del tocco, del contatto; un senso che va vissuto in maniera attiva, che va tenuto acceso e in continua ricezione, afinché ci permetta di "sentire" oltre quello che vediamo ed ascoltiamo.
Infine, entrambe queste discipline possono essere considerate umanistiche, le nozioni si tramandano da maestro ad allievo e vengono interiorizzate a fondo solo attraverso un esercizio costante, tanta pratica e con la giusta concentrazione. Perfezionandosi si raggiunge una maggiore padronanza e si affina la capacità di sentire e comprendere.
Yoga e tango hanno un loro vocabolario, i passi di tango e le posizioni dello yoga hanno i propri nomi.
Hanno entrambe una storia che andrebbe studiata, ricca di sfumature e di interpretazioni differenti degli stessi concetti, interpretazione spesso legate alla cultura del momento storico.
Yoga e tango, se fatti con consapevolezza e passione, cambiano la vostra vita.
Altrimenti sono stati fatti male.
Tante persone praticano lo Yoga "per fare un pò di esercizio" o come pretesto per praticare posizioni vagamente sessuali ed esotiche e conoscere (ed abbordare) altre persone (o essere abbordati/e).
Allo stesso modo tante persone praticano il tango perché va di moda, per avere più possibilità di conoscere nuove persone e/o, tanto per cambiare, per flirtare.
Lo sappiamo, la maggior parte della gente fa qualcosa come pretesto per arrivare ad obbiettivi che poco hanno a che vedere con quella cosa.
C'è da dire che tutto sommato funziona, quindi non mi sento di dare loro completamente torto; il tango, lo Yoga e qualsiasi altra attività di gruppo, probabilmente servono anche a questo, ed anche questo aspetto serve al tango e allo Yoga.
Tango o Yoga che sia, c'è da dire che "chi fa sul serio" arriva ad una percezione più profonda delle cose, attraverso lo studio e la pratica sviluppa i propri sensi fino a "sentire" più degli altri.
Chi fa sul serio, nel tango o nello Yoga, cerca una cosa sola: la connessione.
Nello Yoga si cerca la connessione tra mente e pensiero, tra corpo e concentrazione, tra se stessi e divinità.
Nel tango, la connessione è finalizzata al ballo e va cercata prima di tutto con il proprio partner, poi con la musica e infine con l'ambiente circostante.
Corpo, mente, concentrazione, respiro, pensiero, ambiente.
Entrambe le discipline lavorano gli stessi ingredienti per ottenere uno scopo: una migliore gestione di se stessi interiore ed esteriore.
In senso ampio lo Yoga e tango sono percorsi di realizzazione che si fondano su proprie filosofie, itinerari che divengono via via sempre più totalizzanti, cammini che diventano viaggi e che spesso non ci lasciano più.
Non sono qualcosa cui ci si può riferire con espressioni come "fare un po' di yoga", "fare un pò di tango".
Lo yoga non è solo "un esercizio per tenersi in forma", il tango non è solo "ballare appiccicati".
Sicuramente si può praticare yoga per fare un pò di esercizio e il tango giusto per divertirsi, ma, quando si comincia a fare sul serio, si comprende che non è solo questo; troppo spesso si confonde "esercizio fisico" con "salute" e "divertimento" con "piacere".
E il pilates? Tutte queste parole e ancora niente sul pilates?
Il Pilates è un metodo di allenamento in sempre più rapida crescita, ideato da Joseph Pilates, il cui scopo principale è quello di rendere le persone consapevoli di sé stesse, del proprio corpo e della propria mente ed unire queste separate cognizioni in una singola, dinamica e ben funzionante entità.
Questo metodo, sviluppato in Germania più di 100 anni fa ed "esportato" negli Stati Uniti nella prima metà del '900 (dove Pilates emigrò con la moglie) catturò l'attenzione di ballerini ed atleti e divenne rapidamente un metodo di allenamento adottato da sportivi ed artisti di fama mondiale che non solo ne fecero tesoro, ma cominciarono ad insegnarlo ai loro allievi.
L'obiettivo del pilates è quello di realizzare le attività quotidiane con facilità e mobilità, lavorando su movimenti funzionali piuttosto che sullo sviluppare la forza muscolare fine a se stessa.
Il corretto allineamento del corpo - la testa in linea con la colonna vertebrale, in linea con le anche e le ginocchia - permette il raggiungimento di una salute ottimale.
Gli esercizi si concentrano sul rafforzamento e la tonificazione muscolare in maniera "soft", particolare attenzione è rivolta al centro del corpo, andando a migliorare la postura, la flessibilità, l'equilibrio, e la concentrazione mentale.
Le parti che non eseguono movimenti, vengono sottoposte a rinforzo muscolare grazie alle posizioni assunte; il numero di ripetizioni è mantenuto basso lavorando più sulla qualità che sulla quantità di esercizio fisico.
Si lavora sul respiro, sull'asse, sullla concentrazione e sulla precisione; piuttosto che aumentare ripetizioni e carichi, il metodo Pilates si concentra su un uso più sofisticato dei muscoli e maggiori ampiezze dei movimenti.
Utilizzato per anni da atleti e ballerini per raffinare forza e tecnica, il pilates, oltre ad una corretta postura ed allineamento del corpo, insegna l'equilibrio e il controllo, insegnando ad avviare ogni movimento dal centro del corpo. Con il pilates si acquisisce una maggiore stabilità e allo stesso tempo una maggiore mobilità muscolare.
"Un fisico allenato è il primo requisito per la felicità. La nostra interpretazione dell’allenamento è il raggiungimento ed il mantenimento di un corpo sviluppato uniformemente insieme ad una mente sana e pienamente in grado eseguire in modo naturale, semplice e soddisfacente i molti e vari compiti quotidiani con gioia e piacere spontaneo".
Joseph Pilates
Nel tango tutto questo si traduce in un maggiore libertà delle gambe pur mantenendo un asse stabile e saldo, ovvero: migliore equilibrio, fluidità dei movimenti, saper gestire la parte inferiore del corpo (piedi, gambe, bacino) senza che il busto e, di conseguenza, l'abbraccio ne risentano.
Con appositi esercizi il pilates permette di sentirsi forti sul pavimento e allo stesso tempo sospesi nello spazio, insegna la consapevolezza del corpo e migliora la percezione della propria posizione e come muoversi in maniera efficiente senza disperdere inutilmente le energie.
Il pilates migliorerà lo svolgimento di qualsiasi attività quotidiana, figuratevi il vostro modo di danzare.
Giorgio Buccolini
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