Cosa rende perfetta una milonga

Abbiamo tutti una milonga che ci ha regalato emozioni indimenticabili e rimarrà sempre nel nostro cuore; forse era effettivamente magica oppure eravamo noi ad essere ben disposti, meno critici... chissà.
Questa è piccola, grande, lunga, stretta, affollata, con pochi posti a sedere, il volume è troppo alto, il volume è troppo basso, le tande sono tutte uguali, è troppo calda, tropo fredda, troppo media, la gente è troppo brutta, la gente è troppo bella, si vede il mare, non si vede il mare, fuori piove.
Con il tempo si diventa più esigenti ed ogni milonga ha qualcosa che non va così l'atmosfera si rovina o non si crea affatto.

Ma è davvero una sensazione soggettiva oppure ci sono dei canoni che, se rispettati, aiutano a creare la situazione ottimale?

Io direi un pò e un pò.
Alcune milonghe diventano leggendarie pur infrangendo tutte le regole "classiche", di sicuro però rispettarle aiuta un locale a partire con il piede giusto.




In primo luogo la pavimentazione. Parquet. Non si può chiedere di meglio.

Il legno assorbe l'energia dei passi senza restituirla bruscamente al corpo, cosa che avviene con pavimentazioni più dure.
Il parquet è delicato, si rovina facilmente e va curato più di altri tipi di pavimento, come il marmo ad esempio, che comunque è un altro materiale per una pavimentazione di alto livello.
Il primo indice della qualità di una milonga viene fornito dalle cure che i gestori dedicano al pavimento.

L'area dedicata al ballo non deve presentare irregolarità, mattonelle, scalanature, buche, ostacoli, sporcizia, scalini, colonne (dannosissime quelle rivestite di specchi..!), zone più e meno appiccicose o scivolose, macchie d'olio, animali selvatici, burroni, mine anti uomo.
Da evitare le pavimentazioni doppie, ovvero quelle in cui una parte della pista è di un tipo e il resto di un altro tipo.
Il perchè ve lo diranno le vostre caviglie a fine serata.

La forma della pista dovrebbe essere circolare o quadrata, se rettangolare mai troppo stretta.




In secondo luogo l'acustica. Deve essere avvolgente, avere lo stesso volume in tutta l'area di ballo e deve essere di alta qualità, niente fruscii o casse che gracchiano.
La zona dedicata al ballo deve essere coperta nella sua totalità ed isolata quanto più possibile dai rumori esterni; allo stesso modo, le zone riservate ai tavoli e al bar dovrebbero offrire la possibilità di parlare senza dover urlare.

Restando in ambito musicale, parliamo della figura del musicalizador (o TJ che dir si voglia).

C'è chi sostiene che il musicalizador più di ogni altro elemento faccia la differenza in una serata di tango e chi pensa che sia il mestiere più facile del mondo e che uno valga l'altro. "Che ci vuole, non occorre nemmeno mixare." ho sentito spesso dire, e ancora "Si preparano le tande a casa cercandole su internet ed hanno fatto.".
Non è qui il posto per questo tipo di valutazioni, sicuramente un bravo musicalizador contribuisce a far crescere la fama di una milonga.
Ciò che rende "bravo" un musicalizador rispetto ad un altro è l'attenzione con cui analizza il suo pubblico ogni sera e le tande che propone di conseguenza.
Per questo motivo amo poco quei musicalizadores che impongono un unico genere di tango a priori, rendendo ogni serata uguale ad ogni altra; così facendo obbligano la gente ad adattarsi alla loro musica e non il contrario.
Un bravo musicalizador proporrà il suo genere preferito dedicando a questo la maggioranza delle tande, ma saprà anche scegliere brani adatti all'atmosfera della serata ed ai gusti del pubblico senza escludere nulla a priori.
Lì dove un musicalizador può sbizzarrirsi liberamente sono le cortine, anche queste contribuiscono a creare una bella atmosfera: serate con cortine a tema o comunque molto ricercate sono sempre apprezzate, immaginate ad esempio una serata con cortine di musica anni 80-90 oppure, a dicembre, cortine di canzoni dedicate al Natale.

Sebbene ci siano discussioni piuttosto accese riguardo l'uso delle cortine nelle milonghe, di fatto queste aumentano l'energia "sociale", pongono punti di riferimento ben definiti per cominciare e finire una tanda (è imbarazzante continuare a ballare ad oltranza brano dopo brano, soprattutto se non è un piacere e si devono trovare scuse allucinanti per separarsi), indicano quando è ora di cercare un/una nuova partner o quando si sta liberando qualcuno con cui vorreste ballare, sono utili per scambiare qualche parola o un invito a continuare la conversazione al bar, identificano un gruppo di tanghi coerenti per melodia e quindi permettono di decidere se ballare o aspettare la tanda successiva.

Il musicalizador deve avere una posizione che gli permetta di vedere chiaramente la totalità pista, in modo da capire l'atmosfera e le esigenze dei ballerini senza altri incarichi.
I musicalizadores più intraprendenti e multimediali si cimentano anche nella regolazione delle luci.

È una bella abitudine - spesso trascurata - che il musicalizador comunichi con il pubblico, salutando ad inizio e fine serata, indicando l'autore della tanda che sta per mettere, annunciando le più interessanti in anticipo così come le cosiddette "cortine ballabili".
Per quanto possa sembrare antipatico, un musicalizador attento, osserva la pista ed interviene con i dovuti modi qualora avvengano episodi palesemente fastidiosi, ammonisce i presenti se, ad esempio, il volume di chi parla al di fuori della pista è fastidiosamente alto, o se qualcuno non rispetta la ronda in maniera anarchica o compie azioni umanamente imbarazzanti che nulla hanno a che fare con il ballo in mezzo alla pista (capita anche questo).




Le luci

Una luce soffusa crea un' atmosfera più intima, più soft, più miao. Si sa.
Ma male si sposa con una milonga. Chi balla tango ama invitare con la mirada e luci troppo basse non favoriscono questa affascinante abitudine.
L'ideale sarebbe ottenere differenti volumi di illuminazione per l'area di ballo e le altre zone.




Pista, musica e luci, basta questo per avere la milonga perfetta? No.

Il posto deve essere grande, ma non troppo. La dimensione deve essere proporzionale alla quantità delle persone che si intende accogliere (o viceversa).
Ci si affida al buon senso dei gestori, che non facciano entrare più persone di quante effettivamente possano convivere serenamente.

Problemi nella ronda dovuti a spazi piccoli a B.A. sono rari, ma da noi no. Siamo italiani, siamo frenetici, vogliamo fare boleos e planeos anche se non si può e poi litighiamo per qualsiasi cosa. Anche quando abbiamo torto.

Far entrare più gente di quanta il locale possa accogliere comodamente è un errore gravissimo, ho partecipato a serate in cui era addirittura impossibile spostarsi per raggiungere il bar o un amico; così si rovina l'atmosfera e la reputazione di una milonga e a lungo termine questa mossa si rivela una strategia errata anche da un punto di vista economico.




Tornando a parlare della milonga ideale, gran bella cosa se questa ha un parcheggio. Magari non in un campo sterrato lontano centinaia di metri dall'ingresso o con paludi da attraversare stile Signore degli Anelli.
Lo so, chiedo tanto, ma si parla della "Milonga Perfetta" o no?




Qualche parola sull'ambiente che circonda la zona dedicata al ballo; chi balla - soprattutto i principianti - non ama molto la presenza di gente curiosa che osserva i ballerini, quindi location adibite ad altri scopi e con annessa clientela a cui il tango non interessa se non come curiosità non sono il massimo.

Sedersi è importante, ideale sarebbe avere la possibilità di sedersi ad un tavolo.

Una fila di sedie allineate lungo le pareti non è quanto più si desideri, si sta tutti in fila come in vetrina speranzosi/e di ricevere una mirada o, al contrario, si è impossibilitati a scambiare qualche parola perchè vittime di inviti anche troppo espliciti, non c'e' spazio per spostarsi nel locale  senza invadere la pista, non ci si può fermare perchè, per forza di cose, si copre qualche donna che - come al solito - proprio in quel momento sente che sta arrivando l'invito della sua vita e vi cazzia.

La soluzione ideale è disporre almeno una fila tavoli intorno alla pista, lasciando spazio sufficiente a garantire il l'ingresso e l'uscita dall'area di ballo senza dover fare salti mortali.
Meglio ancora se c'è abbastanza spazio anche dietro ai tavoli per spostarsi all'interno del locale senza passare sulla pista.

I tavoli dovrebbero essere disposti lungo i lati della pista, avendo cura di non disporre sedie che si affaccino direttamente sull'area di ballo e quelle che diano le spalle a questa.
In questo modo si evita che i ballerini si sentano osservati o che, ballando, possano urtare le sedie posizionate direttamente a bordo pista.

Se il locale è piccolo e non permette questa disposizione "comoda", allora sarebbe bene che i tavoli fossero disposti in una unica area ben definita.




Il bar

Sebbene i tangueri non siano famosi come consumatori di cocktail quanto altri tipi di clienti, è sempre gradito poter bere qualcosa di buono, che non abbia lo stesso sapore a prescindere che sia stato ordinato un mojito, uno spritz o un'acqua tonica o una coca cola.
Barman competenti e stuzzichini fanno la differenza.
Meglio ancora se c'è la possibilità di cenare con qualcosa di buono.
Molto apprezzate quelle milonghe che a metà serata offrono un piatto di pasta o cornetti caldi, creando così un'atmosfera calorosa ed intima.




L'atmosfera generale.

Le milonghe a Buenos Aires hanno spesso un'atmosfera formale. Sì, avete letto bene: formale.

All'ingresso è una cosa buona avere una persona che accolga e saluti gli avventori in maniera gentile e coinvolgente. Ideale sarebbe, quando possibile, accompagnare le persone al tavolo e presentare tra loro i frequentatori abituali che ancora non si conosco.

Sulle prime può sembrare vantaggioso per tutti che l'atmosfera generale sia informale, ma invece è il contrario.
Chi balla tango ne conosce i codici e si sente a suo agio tra chi condivide e mette in pratica le stesse, buone maniere.




Il costo. La qualità si paga.

Ingresso a 5... 4... 3 euro. A chi giova?
Sicuramente non a chi cerca il buon ballo.
Tanta gente, spesso troppa, personaggi egocentrici e folcloristici che non sanno o non vogliono seguire la ronda, figure e passi fatti senza attenzione (o senza studio) anche quando non è fisicamente possibile, uomini e donne il cui unico vero scopo è quello di conoscere ed approcciare nuova gente.
Chi rispetta il tango sa quanto valga la qualità dei ballerini e delle ballerine. Di tutti. Di quelli con cui si balla e di quelli che ballano intorno a noi.
Il rispetto verso gli altri e verso la pista sembra una cosa scontata ma, ahimè, viene dimostrato raramente. Un pò come quando si è alla guida.
Un ambiente anarchico genera e moltiplica l'energia negativa, innervosisce tutti e tira fuori il lato peggiore anche da quelle persone che normalmente sanno stare nelle milonghe più affollate in maniera pacifica e serena.
Vale la pena uscire la sera per tornare a casa arrabbiati neri o con un piede ferito?
Andreste a vedere un bel film in un cinema che costa poco, dove tutto è di basso livello e la gente non sta lì per vedere il film?

Il costo ottimale per una milonga? 10, 15 euro con consumazione.
Magari con la serata preceduta da una lezione interessante.

Se il vostro intento è quello di ballare, ritengo sia meglio restare in casa una volta in più ed investire in una serata di qualità.




Sebbene queste regole possano sembrare banali, chi balla tango sa quanto spesso le milonghe siano improvvisate o, alcune volte, gestite con poca cura; basterebbe fare attenzione a piccoli particolari per fare una grande differenza.




In ogni modo non esistono regole universali, la milonga alla fine della fiera è fatta dalla gente che la frequenta abitualmente; l'atmosfera giusta deve essere prima di tutto dentro di noi.
Il tango è un "ballo sociale" e come ogni tipo di ambiente sociale è influenzato dalla singolarità degli elementi che convivono insieme.
L'ideale sarebbe lasciare fuori della porta lo stress e le arrabbiature della giornata così come le manie di protagonismo, portando con noi la voglia di ballare, l'educazione, una buona dose di sensibilità e il rispetto verso le altre persone.
Portiamo con noi energia positiva.



Giorgio Buccolini

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